Diverse storie s’intrecciano nella nascita e nella fortuna del Rinaldo di Haendel.
In primo luogo la storia stessa del teatro per musica, l’opera, genere che sebbene nasca nell’Italia di Monteverdi e Peri, trascorre a Londra parte della sua infanzia.
Quindi la personale vicenda di Haendel, sbarcato nella Londra del 1710, crogiolo musicale dove Bononcini e Scarlatti tentano, con mitigato successo, d’introdurre l’opera italiana.
E inoltre la storia dell’incontro del giovane Haendel con Aaron Hill, poliedrico personaggio, uomo di scienza e di teatro, appassionato di letteratura e costruttore di vascelli. Sarà lui a scrivere il libretto del Rinaldo.
Senza contare la vicenda stessa di Rinaldo, una storia che Hill trae dalla Gerusalemme Liberata del Tasso, in cui colpi di scena e incantesimi s’intessono senza tregua.
Segue poi l’avventura critica riservata a Rinaldo, opera aspramente attaccata da Addison e Steele, e incensata da Charles Burney…
E, per finire, le varie vicissitudini confluiscono nell’ultimo atto delle storie incrociate, l’accoglienza che all’opera venne tributata. Rinaldo è applaudito dal popolo che assiste dai posti in piedi della platea del teatro di Haymarket ed è apprezzato dalla corte, dove la regina Anna invita Haendel perché ne esegua arie trascritte per l’occasione. Ma non dovettero mancare neppure gli elogi da parte delle società e dei circoli musicali, come il circolo di Thomas Britton, dove musicisti e appassionati s’incontravano per ritrovare il gusto di sonorità antiche e contemporaneamente interessarsi alle ultime novità musicali spesso presentate dagli stessi autori…
E’ in quest’atmosfera che il celebre fiuto dell’editore John Walsh lo induce a pubblicare una scelta di arie dal Rinaldo, “riscritture curiose” adatte ad una interpretazione da camera.
Nell’intreccio di avvenimenti subentra così anche questa duplice natura del Rinaldo, che, in parte con la complicità dell’autore, passa con disinvoltura dagli apparati scenici straordinari del teatro barocco all’intimità delle letture da camera concentrate più sull’architettura della partitura che non su quella delle invenzioni scenografiche.
Quest’ultimo aspetto dell’insieme di avvenimenti che coinvolgono Rinaldo è stato il punto di partenza di una riflessione che NEA ha proposto all’ensemble Hypothesis e contemporaneamente ai giovani architetti e designers della Facoltà di Architettura di Genova.
La ricerca sull’elaborazione di una partitura da camera del Rinaldo e sulla sua interpretazione ha condotto al programma di concerti che ha ripreso il titolo dell’edizione di Walsh « Rinaldo curiously fitted and contrived », registrato per l’etichetta Solstice nel 2002.
All’origine del materiale espositivo presentato nella mostra è dunque il lavoro sull’arte della scenografia e la sua evoluzione, ma anche l’attenzione alle diverse maniere di leggere, rileggere e proporre un poema cavalleresco a pubblici differenti e in epoche differenti.
I percorsi presentati dalle quattro sezioni dell’esposizione terminano con uno sguardo contemporaneo sulla figura di Rinaldo: un disegno di Gaspare De Fiore e qualche acquarello di Anna Porcelli.
La mostra è stata curata da Henry Bonnière, Luisa Cogorno, Anna Maria Parodi, Cinzia Zotti